L'ordine seguito è strettamente cronologico per data di emanazione o, in seconda istanza, di bando oppure, in terza, per data di stampa. Senza numerazione sono state inserite le leggi datate in modo erroneo con rinvio alla data corretta e quelle che non hanno avuto (o non è documentata) una tradizione a stampa autonoma.
Ogni scheda è divisa in tre aree, e precisamente: area del titolo, area di edizione con numerazione delle edizioni possedute dall'Istituto, area di esemplare.
L'area del titolo è divisa in due sottoaree. Nella prima, preceduta dal numero progressivo, si riconoscono due campi: - il titolo della legge, semplificato come appare sul frontespizio, senza le notizie relative alla data e all'autorità che ha emanato la legge, ma in linea di massima sono conservati i lemmi chiave e la specificazione (Legge, Provvisione, Bando, ecc.) è sempre quella originale, a meno che non manchi nel qual caso è editoriale e fra parentesi quadre;
- la data di emanazione e/o di bando e mancando tutte e due è indicata la data di stampa, vera o presunta.
La seconda sottoarea è predisposta per tre tipi di informazione: I. la magistratura ovvero l'autorità che ha emanato la legge e che di norma si dichiara nelle prime righe del testo se non nel titolo stesso, anche nel caso che la norma sia stata emanata dai deputati scelti per riformare a nome di quella magistratura una certa legge; II. il repertorio legislativo Cantini; III. il nome di coloro che hanno sottoscritto l'atto.
L'area di edizione è organizzata in due sottoaree. La prima, preceduta da un numero d'ordine che si riferisce al posseduto della BNCF, contiene le note tipografiche nella loro espressione originale (che si è rivelata informazione primaria per l'attribuzione dell'anno di stampa) e, fra parentesi quadra, le attribuzioni di tipografo e di anno fatte sulla base di criteri bibliologici. La seconda contiene registro e impronta, ed è sottointeso il formato sempre in 4°, salvo controindicazione.
L'area di esemplare si limita alla collocazione dell'esemplare; l'asterisco indica come è convenzione un esemplare mutilo.
Per gli indici si rimanda al corpus curato da Chimenti e Papini.
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